Leaders' Pledge for Nature

In occasione del primo Summit delle Nazioni Unite sulla Biodiversità tenutosi il 30 Settembre 2020,  i leader politici in rappresentanza di tutte le regioni del mondo, tra cui l’Italia, hanno aderito al Leaders’ pledge for nature: un documento internazionale che impegna gli Stati ad azioni concrete e urgenti per la salvaguardia della natura e della salute delle persone e per invertire la rotta della perdita di biodiversità entro il 2030.

Questa Carta di impegni ha anche lo scopo di sostenere il sistema delle Nazioni Unite e il suo ruolo fondamentale nel catalizzare la risposta globale alla crisi nei prossimi, decisivi, mesi e anni e segna il percorso che servirà agli eventi e ai processi internazionali che si susseguiranno nel 2021 nell’ambito del G7, del G20, del Congresso Mondiale dello IUCN, della Quinta Assemblea sull’Ambiente dell’ONU, della CoP 26 della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCC) e della Conferenza ONU sugli Oceani, aprendo la strada ad un Piano Globale per la Biodiversità post-2020.
 

   Gli impegni del Leaders pledge for nature

Attraverso l’adesione al Leaders’ pledge for nature gli stati si impegnano a:

- Fare in modo che la risposta all’attuale crisi sanitaria ed economica sia verde ed equa e contribuisca direttamente al migliore risanamento e alla realizzazione di società sostenibili.

- Mettere la biodiversità, il clima e l’ambiente nel suo complesso al centro sia delle strategie e degli investimenti di risanamento per il COVID-19, sia nel percorso per conseguire su scala nazionale e internazionale lo sviluppo e la cooperazione.

- Sviluppare e realizzare un piano globale, ambizioso, per la biodiversità post-2020, da adottare in occasione della XV Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Diversità Biologica (CBD CoP 15) che includa: obiettivi e traguardi chiari e solidi, arrestare l'estinzione delle specie indotta dall'uomo, garantire il recupero delle popolazioni di specie in declino, aumentare significativamente la tutela della terra e degli oceani del pianeta attraverso sistemi di Aree Protette e ripristinare una quota significativa di ecosistemi degradati.

- Assicurare la piena ed effettiva partecipazione dei popoli indigeni e delle comunità locali nei processi decisionali e per il riconoscimento dei loro diritti, così come riconosciuto da pertinenti strumenti internazionali e nazionali;

- Supportare gli impegni con un forte sistema di monitoraggio e revisione e con meccanismi di attuazione che siano adeguati alla sfida di fermare e invertire la perdita di biodiversità.

- Procedere nella transizione verso modelli di produzione, consumo e di sistemi alimentari sostenibili che soddisfino i bisogni delle persone ma che siano compatibili con i limiti del pianeta e che includano una transizione rapida verso una crescita sostenibile, disaccoppiata dall’utilizzo delle risorse, anche attraverso un’economia che usi efficacemente le risorse, che sia circolare e che promuova cambiamenti comportamentali e un significativo aumento delle nature based solutions e degli approcci ecosystem-based,  a terra e a mare.

- Intensificare in maniera significativa gli sforzi comuni per ridurre gli impatti delle specie aliene invasive.

- Ridurre significativamente l’inquinamento dell’aria, dei campi, del suolo, delle acque dolci e di quelle marine, eliminando in particolare la dispersione della plastica nei nostri mari entro il 2050, come anche l’inquinamento dovuto alle sostanze chimiche, all’eccesso di nutrienti, ai rifiuti pericolosi, anche grazie al rafforzamento del coordinamento, della cooperazione e della governance su scala globale per contrastare le microplastiche e l’abbandono di rifiuti in mare e, dedicando attenzione a un approccio basato sull'intero ciclo di vita e sostenendo un risultato ambizioso per il processo avviato con  lo Strategic approach and sound management of chemicals and waste beyond 2020.

- Accrescere l’ambizione e allineare le politiche nazionali con quanto stabilito dall’Accordo di Parigi, predisponendo Nationally Determined Contributions e strategie a lungo termine, coerenti con gli obiettivi per la riduzione della temperatura dell’Accordo di Parigi e con l’obiettivo di Zero Emissioni Nette di gas serra entro la metà del secolo, rafforzando la resilienza climatica delle nostre economie e dei nostri ecosistemi e promuovendo la convergenza tra gli strumenti finanziari dedicati al clima e alla biodiversità.

- Porre fine ai crimini ambientali che possono influire seriamente sugli sforzi destinati ad affrontare il degrado ambientale, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico e possono indebolire la sicurezza, lo stato di diritto, i diritti umani, la salute pubblica e lo sviluppo sociale ed economico.

- Garantire un quadro giuridico efficace, proporzionato e dissuasivo, rafforzando le forze dell’ordine che operano su scala nazionale e internazionale, offrendo un’effettiva cooperazione. Ciò ricomprende anche considerare i crimini ambientali che coinvolgono gruppi criminali organizzati, come quelli che gestiscono il traffico illegale di animali selvatici e di legname.

- Integrare la biodiversità nelle politiche rilevanti di settore e intersettoriali a tutti i livelli, incluse quelle riguardanti settori chiave come quello alimentare, agricolo, della pesca e della forestazione, dell’energia, del turismo, delle infrastrutture e dell’industria estrattiva, del commercio, delle catene di approvvigionamento e in quegli accordi e processi internazionali nodali che contemplano strumenti per indurre un cambiamento, compresi quelli promossi in ambito G7, G20, WTO, WHO, FAO, UNFCC, UNCD.

- Integrare l’approccio “One-Health”, ad ogni livello, in tutte le politiche in tutti i processi che orientano la sostenibilità sanitaria e ambientale in maniera organica.

- Rafforzare tutti gli strumenti di attuazione finanziari e non finanziari, per trasformare e riformare i settori economici e finanziari e per garantire il benessere delle persone e la salvaguardia del pianeta.

- Migliorare la mobilitazione di risorse da tutte le fonti, pubbliche e private, massimizzando l’efficacia e l’efficienza nell’uso delle risorse esistenti e facilitando l’accesso a strumenti di sostegno laddove possa essere necessario, in modo da aumentare significativamente il supporto destinato alla biodiversità, comprese le nature-based solutions.

- Eliminare o ridefinire i sussidi e gli altri incentivi che sono dannosi per la natura, la biodiversità e il clima e aumentare, nel contempo, significativamente gli incentivi che hanno un impatto positivo o neutro sulla biodiversità attraverso tutti i settori produttivi.

- Ottimizzare l’efficienza, la trasparenza e l’accountability nell’uso delle risorse esistenti, anche attraverso i co-benefici, il monitoraggio finanziario e gli schemi di rendicontazione.

- Utilizzare un approccio nel delineare e nell’attuare le politiche basato sulle conoscenze scientifiche, che riconosca il contributo cruciale delle conoscenze tradizionali e dei popoli indigeni, così come della scienza e della ricerca impegnate nella lotta al degrado e alla perdita della biodiversità e al cambiamento climatico; e che coinvolga l’intera società, compresi i settori economici e finanziari, i popoli indigeni e le comunità locali, coloro che difendono i diritti umani ambientali, i governi e le autorità locali, i gruppi religiosi, le donne, i giovani, i gruppi della società civile, l’accademia e gli altri stakeholder.

 

 

 


Ultimo aggiornamento 21.12.2021